Sushi Day: giornata internazionale del sushi.

Sushi Day: giornata internazionale del sushi. E se il sushi del futuro non venisse più dal mare?

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Il sushi che non viene dal mare

World Sushi Day 2025: quest’anno celebriamo non solo la cultura giapponese e la globalizzazione del sushi, ma anche i 40 anni dal debutto del salmone norvegese crudo nella cucina nipponica. Era il 1985 quando un gruppo di norvegesi convinse i maestri sushi di Tokyo a provare un pesce allevato, sicuro e mai usato prima. Da allora, il salmone è diventato protagonista del sushi moderno.

Oggi il sushi è un fenomeno globale. In Italia (Paese europeo con il consumo più alto) nel 2024 si sono superate le 140.000 tonnellate di salmone norvegese, con un ulteriore +28% nel 2025. Nigiri, poke e sashimi sono ormai abitudini quotidiane, soprattutto tra i giovani.

Ma cosa accadrebbe se il sushi del futuro non venisse più dal mare?

Con l’emergere di nuove sensibilità ambientali e alimentari, il sushi sta vivendo una seconda rivoluzione. Startup visionarie stanno riscrivendo la ricetta partendo da una domanda audace: è possibile creare sashimi senza pesce?

Bluana

Bluana ricrea sashimi di salmone e tonno coltivato in laboratorio partendo da ingredienti naturali e microalghe. Il risultato? Stessa texture, stesso sapore, nessuna pesca né allevamento. Un’alternativa etica e sostenibile per un piatto che non rinuncia alla tradizione.

Revo Foods

A Vienna, Revo Foods stampa salmone in 3D. Sì, letteralmente. Utilizzando micoproteine e alghe ricche di Omega-3, crea filetti vegani dall’aspetto realistico e dal gusto sorprendente. È l’unione di food design, biotecnologia e sostenibilità.

BettaF!sh

Con sede a Berlino, BettaF!sh propone TU-NAH e SAL-NOM, alternative plant-based a base di alghe europee, fave e piselli. Senza soia, senza pesca, ma con un intenso gusto marino. Per chi ama il sushi ma vuole ridurre l’impatto ambientale.

Kelpeat

Infine, Kelpeat, startup italiana, coltiva alghe rigenerative trasformandole in snack nutrienti, ricchi di Omega-3, e a impatto zero. Non sarà sushi, ma il mare ce l’hai comunque… in tasca.

 

Oggi l’impatto ambientale della pesca intensiva e dell’acquacoltura è sempre più sotto i riflettori: oceani sovrasfruttati, inquinamento, perdita di biodiversità. Come già avvenuto per carne e latticini, anche nel mondo del sushi cresce l’interesse verso alternative più sostenibili, in grado di offrire gusto e qualità con un’impronta più leggera.

A 40 anni dall’arrivo del salmone norvegese, potremmo essere all’inizio di un nuovo cambiamento: un sushi che non arriva più dal mare, ma che ne riproduce l’esperienza.

Il World Sushi Day diventa così l’occasione per riflettere non solo su una tradizione, ma su un’evoluzione ancora in corso.

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