Dry January: la sfida per 31 giorni

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Gennaio non è solo il mese dei buoni propositi ma, anche il mese delle sfide salutari! Oltre al Veganuary (di cui abbiamo parlato nel precedente articolo), che incoraggia le persone a provare una dieta vegana, un altro movimento sta prendendo sempre più forza ogni anno che passa: il Dry January. Cosa rende questo mese così speciale per chi decide di dire addio all’alcol per 31 giorni?

Cos’è il Dry January?

Il Dry January è un movimento che invita le persone a rinunciare all’alcol per tutto il mese di gennaio, con l’obiettivo di favorire una riflessione sul proprio rapporto con l’alcol e di sperimentare i benefici fisici e mentali dell’astinenza. Sebbene l’iniziativa che ci troviamo a raccontare sia nata nel Regno Unito, la pratica di dedicare un mese alla sobrietà ha radici storiche ben più lontane.

Nel 1942, infatti, la Finlandia istituì il “Sober January” (Raitis Tammikuu) come parte degli sforzi bellici contro l’Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale, come misura di sostegno alla guerra. Sebbene l’iniziativa fosse legata a motivazioni politiche e di sostenibilità nazionale, la sua idea di promuovere un mese senza alcol è sopravvissuta nel tempo.

Tuttavia, è stato nel 2011 che il Dry January come lo conosciamo oggi ha preso piede. Emily Robinson, una giovane britannica, decise di rinunciare all’alcol per prepararsi a una maratona. Proprio durante il mese di astinenza, scoprì numerosi benefici inattesi: maggiore energia, un sonno migliore e un generale miglioramento del benessere. Questa esperienza personale si è poi trasformata in un’iniziativa collettiva quando Emily si unì a Alcohol Change UK, organizzazione benefica che si occupa della sensibilizzazione sui danni dell’alcol. Nel 2013, il Dry January divenne ufficialmente un evento annuale, coinvolgendo 4.000 partecipanti. Oggi, la sfida conta oltre 215.000 iscritti ufficiali, con milioni di persone in tutto il mondo che decidono di astenersi dall’alcol per 31 giorni.

Studi e Pareri Contrari

Il Dry January ha guadagnato una crescente popolarità negli ultimi anni e numerosi studi ne hanno confermato i benefici, infatti, secondo una ricerca condotta dall’Università del Sussex, partecipare al Dry January porta significativi miglioramenti: il 71% dei partecipanti riporta un sonno migliore, il 67% nota un aumento di energia e il 58% perde peso. Inoltre, sei mesi dopo la sfida, i partecipanti bevono in media un giorno in meno a settimana, indicando che l’astinenza temporanea può portare a un cambiamento duraturo nel comportamento.

Tuttavia, non mancano le critiche, come per lo studio pubblicato nel 2021 sulla rivista scientifica The Lancet – Discovery Science ha sollevato dubbi sull’efficacia del Dry January. Secondo i ricercatori, l’astinenza temporanea non ridurrebbe necessariamente il consumo complessivo di alcol, soprattutto tra i bevitori occasionali perchè alcuni partecipanti tendono a “compensare” durante i mesi successivi, bevendo più di quanto facevano prima e vanificando così gli effetti benefici della sfida. Inoltre, alcuni critici suggeriscono che il Dry January possa essere visto come un “colpo” temporaneo, piuttosto che un cambiamento reale nelle abitudini di consumo di alcol.

Alternative alcoliche: Cosa Bere Durante il Dry January

Una delle principali sfide del Dry January è affrontare le situazioni sociali senza ricorrere all’alcol. Fortunatamente, l’industria delle bevande sta evolvendo, offrendo una vasta gamma di alternative analcoliche che stanno cambiando il panorama delle bevande.

Negli ultimi anni, il mercato delle bevande senza alcol ha visto una crescita esponenziale, con molte opzioni che vanno oltre i tradizionali succhi di frutta e frullati. I fermentati come la kombucha, un tè frizzante ricco di probiotici, sono diventati una scelta popolare tra chi cerca un’alternativa rinfrescante e salutare. Allo stesso modo, il switchel, un mix tonificante a base di aceto di mele, zenzero, miele e limone, sta guadagnando terreno come bevanda energetica e dissetante.

Inoltre, esistono sode analcoliche in una varietà di sapori, che offrono un’esperienza simile a quella di una bibita alcolica, ma senza effetti collaterali. Non mancano poi i distillati analcolici: gin, vodka, rum e cocktail privi di alcol che permettono di mantenere l’esperienza sociale senza compromettere la sobrietà.

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